Il passaporto digitale dei prodotti: cos’è e chi dovrà adottarlo

Passaporto digitale dei prodotti
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Il passaporto digitale dei prodotti: cos’è e chi dovrà adottarlo

Il passaporto digitale dei prodotti (DPP) è stato introdotto dalla Commissione Europea all’interno del Regolamento Ecodesign, noto anche come ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation). Entrato in vigore il 18 luglio 2024, il regolamento definisce nuovi criteri di progettazione per quasi tutte le categorie di beni fisici immessi sul mercato dell’UE.

L’ESPR si inserisce all’interno del Green Deal europeo, ovvero l’insieme di iniziative promosse dalla Commissione europea per ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. Inoltre, vuole sostenere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e l’accordo di Parigi per la neutralità climatica.

Cos’è il passaporto digitale dei prodotti (DPP) e come funziona

Il passaporto digitale del prodotto (DPP) è un documento digitale che comprende informazioni complete su un articolo: l’origine delle materie prime, la composizione, il processo di produzione, le certificazioni ottenute, il montaggio, la durabilità, la riparazione e le modalità di riciclo. Scansionando un semplice QR code, i consumatori, le aziende coinvolte nella filiera produttiva e distributiva e le autorità pubbliche potranno accedere facilmente ai dati riguardanti un prodotto in tutte le fasi del suo ciclo di vita, dalla fabbricazione allo smaltimento.

L’obiettivo principale della normativa è incentivare la sostenibilità, l’efficienza energetica e l’economia circolare, semplificando l’accesso alle informazioni inerenti alle prestazioni ambientali delle merci vendute all’interno dell’UE.

A cosa serve il passaporto digitale dei prodotti

Questo documento elettronico serve a garantire maggiore trasparenza ai privati e alle aziende, grazie alla creazione di un registro pubblico contenente tutte le informazioni sulle merci commercializzate all’interno dell’Unione Europea. Da un lato, i consumatori potranno fare scelte di acquisto più consapevoli, accedendo rapidamente ai dati sulla qualità, autenticità e sostenibilità di un prodotto; dall’altro, le autorità competenti verranno facilitate nella verifica della conformità degli articoli soggetti al Regolamento Ecodesign. Inoltre, dovendo attuare dei processi interni di controllo qualità per monitorare e tracciare tutte le fasi produttive, anche le imprese avranno un maggiore controllo sull’intera catena di fornitura e potranno garantire ai consumatori l’originalità e la conformità dei propri prodotti.

Di fatto, l’ESPR incentiva le aziende a ridurre l’impatto ambientale attraverso l’adozione di una serie di misure:

  • Un uso efficiente delle risorse energetiche
  • La realizzazione di articoli durevoli, riparabili e riutilizzabili
  • Un maggior impiego di materiali riciclati e riciclabili
  • Una corretta gestione delle sostanze che ostacolano un’economia circolare
  • La misurazione e riduzione dell’impronta ambientale durante l’intero ciclo di vita del prodotto.

Di conseguenza, i cittadini europei potranno favorire la transizione ecologica e limitare la produzione di rifiuti non solo mediante le loro scelte di consumo, ma anche mediante il riutilizzo, la riparazione o il riciclo dei prodotti acquistati.

 

Cos'è il Digital Product Passport (DPP)

Quali sono i prodotti interessati dal Digital Product Passport 

 Il DPP sarà richiesto per tutti i prodotti fisici, compresi i componenti e i semilavorati, immessi sul mercato dell’UE, ad esclusione di alimentari, mangimi per animali, medicinali e veicoli. Attualmente, il regolamento ESPR non è ancora vincolante per le imprese, dato che la Commissione Europea deve emanare l’intervento attuativo e le relative specifiche attraverso gli atti delegati, ai quali i vari operatori economici dovranno adeguarsi entro i 18 mesi successivi.

 Nel corso del 2025, la Commissione adotterà un piano di lavoro in cui definirà i gruppi di prodotti che saranno oggetto di specifici atti delegati, utili a definire i requisiti di progettazione ecocompatibile per le singole categorie di articoli. Questi dovranno garantire una maggiore durabilità e affidabilità dei prodotti, nonché la facilità di riutilizzo, riparazione e manutenzione, limitando l’uso di sostanze pericolose e favorendo l’impiego di materiali riciclati.

Un’analisi preliminare svolta dal Joint Research Center della Commissione europea ipotizza che i settori prioritari nell’ambito dell’ESPR potrebbero essere quattro:

  • Batterie
  • Tessile/moda
  • Elettronica
  • Edilizia

In ogni caso, è necessario attendere le decisioni della Commissione Europea per avere conferma definitiva delle categorie merceologiche a maggior impatto ambientale che verranno disciplinate per prime dal Regolamento.

Come prepararsi all’introduzione del passaporto digitale dei prodotti

L’ESPR segna un importante cambiamento nell’ambito delle leggi europee sulla sostenibilità ambientale delle merci. Le imprese possono avviare fin da subito alcune attività utili ad adeguarsi alle nuove norme:

  1. Identificare e raccogliere le informazioni richieste dal passaporto digitale dei prodotti: provenienza delle materie prime, processi produttivi, dettagli sulla manutenzione e riparazione, certificazioni ambientali, istruzioni per lo smaltimento, ecc.
  2. Formazione del personale: programmare degli incontri formativi e di aggiornamento sul Regolamento ESPR e i prossimi atti delegati per tutte le figure aziendali coinvolte dalla normativa.
  3. Adottare delle soluzioni software integrate utili a tracciare i dati richiesti lungo l’intero ciclo di vita del prodotto e le diverse linee produttive.

Winservice può supportare le imprese nel processo di adeguamento al Regolamento ESPR, fornendo soluzioni avanzate per avere il pieno controllo delle diverse fasi produttive e garantire la tracciabilità dei materiali e semilavorati impiegati. Scrivici per richiedere una consulenza.

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